giovedì 20 settembre 2012

L' acqua del Sindaco

L'acqua del sindaco», un successo inaspettato

C'è la fila alle «case dell'acqua», specie tra gli anziani. Ma c'è chi non è d'accordo: soldi pubblici ingiustificati

In Lombardia 16 milioni di litri erogati all'anno, 350 tonnellate di plastica risparmiate

«L'acqua del sindaco», un successo inaspettato

C'è la fila alle «case dell'acqua», specie tra gli anziani. Ma c'è chi non è d'accordo: soldi pubblici ingiustificati

MILANO - Sono oltre 16 milioni i litri erogati ogni anno dalle case dell’acqua nei Comuni della provincia di Milano, Monza Brianza, Sondrio, Lodi e Pavia. Un dato ottenuto con un sistema tele rivelamento che controlla quotidianamente, via Gprs, i litri erogati dalle singole strutture. Un’idea, quelle delle case dell’acqua, nata diversi fa da quattro società pubbliche –Cap Holding, Ianomi, Tam e Tasm – che gestiscono sul territorio lombardo le reti idriche di circa 300 Comuni per promuovere l’utilizzo dell’acqua pubblica. E che ha visto le prime costruzioni al Parco sud Milano, a Buccinasco, già vent’anni fa.

Case dell'acqua: un successo                

ACQUA NATURALE E GASATA - Un sistema di distribuzione che offre gratis acqua naturale e gasata e che, nel corso degli anni, ha fatto della Lombardia la regione con maggiore presenza di strutture: 244 su un totale di 411 distribuite in tutto il territorio italiano. Una pratica, quella di prendere gratis l’acqua alla spina, che si sta diffondendo sempre di più tra i cittadini dei Comuni che ospitano le strutture di distribuzione. E che, visto il successo, ha stimolato la Regione Lombardia a investire 800 mila euro. In cima alle preferenze, i consumi dell’acqua gasata, ottenuta grazie all’aggiunta di CO2, consolidati all’80% sul totale dell’acqua prelevata.

VANTAGGI AMBIENTALI – Molti, i benefici ambientali legati all’utilizzo delle case dell’acqua. Tra cui il risparmio della plastica e la riduzione dei trasporti su ruote per la distribuzione delle bottiglie. «Ogni anno nelle provincie lombarde», dice Alessandro Ramazzotti, presidente di Cap Holding, «grazie a questo sistema di erogazione dell’acqua risparmiamo circa 16 milioni di bottiglie da un litro e mezzo, per un totale di circa 350 tonnellate di plastica. In più, con le case dell’acqua abbiamo anche ridotto i trasporti su ruote, limitando notevolmente le emissioni nell’aria con circa 1.400 Tir in meno sulle nostre strade».

I CITTADINI – Più che positiva la risposta dei cittadini nei piccoli Comuni lombardi. Tra le strutture che vanno meglio quella di Rozzano, Corbetta e Sesto San Giovanni, primatiste con oltre un milione di litri erogati ogni anno. E dove, la maggior parte dei consumatori appartengono alle fasce più deboli, per esempio gli anziani. Un entusiasmo che, per accontentare le richieste delle amministrazioni comunali, vedrà la costruzione entro la fine del 2012 di 28 nuove case. Tra i giorni preferiti dai cittadini per far scorta di acqua, il sabato e la domenica. Ma anche durante la settimana lavorativa nella fascia pomeridiana.

LA POLEMICA – Nonostante il successo raccolto in questi anni dalle case dell’acqua c’è anche chi è contrario al finanziamento da parte del sistema pubblico a questo tipo di forniture. Tra i detrattori, l’Istituto Bruno Leoni (Ibl) che, nei giorni scorsi, ha pubblicato uno studio incentrato sulle questione. «L’acqua alla spina», spiega Serena Sileoni, fellow dell’Ibl e autrice della ricerca, «rappresenta un vero e proprio settore di mercato e quindi il suo sostegno e il suo finanziamento da parte della pubblica amministrazione è ingiustificato. Si tratta di un servizio aggiuntivo che non dovrebbe essere pagato dai contribuenti, visto che il servizio di fornitura di acqua pulita è già pagato a monte dai cittadini», affema Sileoni. «Anche perché il servizio non è fruibile da tutti, dato che molte persone per necessità legate alla salute devono bere acque minerali con determinate proprietà. In più, questi tipi di finanziamenti contribuiscono ai problemi di bilancio e sono tra i motivi per cui i conti pubblici non tornano mai. Oltre all’ingiustizia distributiva», prosegue la ricercatrice, «ci sono anche altre questioni che gettano ombra su questa operazione pubblica. Tra cui l’ambiguità con cui viene presentata l’acqua nei distributori, visto che non viene rimarcata la differenza tra le proprietà dell’acqua alla spina rispetto a quelle minerali. Le due acque non sono equivalenti, perché le minerali in bottiglia provengono da fonti sorgive e non dall’acquedotto e dalla falde cittadine. Infine», conclude, «anche l’ideologia ambientale, se pure di nobili principi, rischia di offuscare l’operazione imprenditoriale fatta con i soldi dei contribuenti».

CONTROLLI E PROMOZIONE SUL TERRITORIO – «L’acqua della rete idrica», ribatte Ramazzotti, «viene considerata come acqua di serie B. Mentre, ad esempio in Lombardia, l’acqua è buonissima. Il nostro non è un sistema per far concorrenza alle acque minerali, ma un modo per promuovere sul territorio l’acqua pubblica, incentivandone il consumo. Il costo di realizzazione delle case dell’acqua è contenuto e pesa poco sul bilancio comunale. Dato che richiede solo l’allacciamento elettrico e un tubo. In più, tutta l’acqua della rete che arriva alle case dell’acqua è strettamente controllata. Ogni quindici giorni, infatti, controlliamo i parametri e una volta al mese vengono fatte delle analisi dall’Asl per accertarne la qualità. Infine», conclude Ramazzotti, «anche la polemica sull’uso ingiustificato dei soldi pubblici perché il servizio non è usufruibile da tutti mi sembra sbagliata. È come se un cittadino non volesse pagare i fuochi d’artificio fatti dal Comune perché non ha occasione di vederli o non fosse d’accordo sui soggiorni degli anziani al mare nei periodi invernali perché preferirebbe usare quei soldi per la costruzione di un parco giochi».

LA RISPOSTA DEI SINDACI – Nel clima di polemica, non tarda ad arrivare la risposta dei primi cittadini lombardi che hanno dotato i loro Comuni di case dell’acqua. «Le nostre case dell’acqua», spiega Mario Soldano, sindaco di Cologno, «sono molto apprezzate dai cittadini anziani. Soprattutto perché offrono una forma di risparmio. Il nostro distributore eroga circa 2.500 litri al giorno ed è costato a bilancio 9 mila euro. Quando il servizio, per problemi tecnici, è rimasto fermo qualche giorno, siamo stati letteralmente sommersi dalle proteste per ripararlo il prima possibile. Promuovere l’acqua pubblica fa parte di un processo educativo che non solo fa risparmiare i cittadini, ma li spinge anche a comportamenti ecologici virtuosi».

SUCCESSO - Un’operazione di successo sul territorio difesa anche dal sindaco di Pioltello. «Davanti alle nostre case dell’acqua», racconta il primo cittadino Antonello Cocas, «ci sono sempre tante persone da sembrare un pellegrinaggio. Dopo la fase di promozione e i grandi risultati ottenuti, la prossima sfida sarà quella di gestire al meglio il servizio, evitando gli sprechi. Anche perché molti usano il distributore per lavarsi le mani o come un lavatoio, nonostante i divieti siano ben segnalati. Per controllare l’acqua stiamo pensando a diverse soluzioni. Dalla tessera sanitaria con limiti settimanali oppure, invece di distribuirla gratis, di farla pagare pochi centesimi».

Carlotta Clerici6 settembre 2012 | 10:30 Corriere Della Sera


domenica 16 settembre 2012

Merendalonga 2012

Finalmente dopo dodici anni che vivo a San Paolo d' Argon sono riuscito a partecipare alla Merendalonga.
Chi mi conosce sa che è difficile che perda l'occasione di partecipare dove si possa mangiare qualcosa. :-) E in effetti mi ero perso qualcosa di bello ora che finalmente sono riuscito a parteciparvi.
A differenza dello scorso anno il tempo è stato ideale per passeggiare e stare insieme, soleggiato ma con una temperatura gradevolissima.

Anche il numero dei partecipanti ha gratificato tutti coloro che si sono adoperati per la buona riuscita di questa manifestazione , quasi quattrocento iscritti.

Da sottolineare che tutte le stoviglie utilizzate erano completamente biodegradabili con la speranza  che in futuro anche le altre manifestazioni facciano lo stesso.

La Merendalonga non solo è stato, solo un momento di aggregazione, ma anche per conoscere le varie iniziative del territorio.
Durante la sosta alla prima tappa la Cooperativa Namastè ci ha ricordato che pochi metri dietro la Conad ci sono degli appartamenti "speciali" dove persone abili, disabili e anziane vivono realizzando un modello d'integrazione  sociale e di cura.





La sosta al centro sportivo ci ha ricordato che il ricavato della manifestazione sarà devoluto Comune di Cavezzo colpito dal sisma di maggio. Da questo link potrete trovare il conto corrente per effettuare una donazione e scoprire le iniziative che il nostro Comune sta portando avanti a favore di Cavezzo.
Un particolare grazie all'assessore alla cultura del Comune di Cavezzo che ha condiviso con noi tutto il  pomeriggio

Assessore Cavezzo

Dimostrazione di Taekwondo
Penultima tappa, la più saporita, nel prato antistante la Chiesa di San Lorenzo dove i nostri Alpini ci hanno fatto trovare le loro specialità; pane e cotechino e un robusto vino rosso 

Interno Chiesa San Lorenzo
Abbiamo concluso da dove abbiamo iniziato, Piazza Cortesi. L'atmosfera era quella di una bella festa di paese, come una volta, dove in compagnia di un buon rosso e di tanti amici si trascorre  una bella domenica sera.










giovedì 2 agosto 2012


LA   CASETTA   DELL’ACQUA

(CRONACA   DI  UNA  GIORNATA)



Da poco è comparsa nel nostro paese quella che, ormai, tutti chiamano: LA CASETTA DELL’ACQUA.

Io e la casetta ci incontriamo una prima volta alle 5.30, mi fermo e riempio la bottiglia che mi disseterà in queste, torride, mattine. Già vedendola scendere e bagnare con la sua frescura la bottiglia, rigorosamente, di vetro la voglia di allontanare le prime sensazioni del caldo che di lì a poco attanaglieranno l’aria e le fabbriche del paese mi fa prendere la decisione: giù un bel sorso. Come è buona, come è fresca, è di una comodità, costa poco, fa in modo che l’uso delle bottiglie di plastica si sia, drasticamente, ridotto. 
Questi ed altri commenti io sento, e ne sono felice, da parte della gente che ormai a tutte le ore e tutti i giorni prende d’assalto questo luogo che è diventato un appuntamento quotidiano per molti cittadini di San Paolo d’Argon e non. Alle 11.00 tornando dal lavoro rinuncio a fermarmi tanta è la gente che è lì in attesa. Tornerò più tardi, mi dico, ma difficilmente la si trova libera e allora mi metto in fila……..e si parla, c’è sempre qualcuno che ha bisogno di aiuto, si scherza: si potrebbe mettere la spina del vino bianco, della birra……. Ci si parla, proprio come si faceva una volta vicino ai pozzi. 




Mi sono accorto che la gente ha piacere di andarci perché in questi momenti di grave crisi la soddisfa zione di poter dire ho risparmiato, anche se pochi centesimi, è gratificante. Altra importante componente è l’ottima qualità del prodotto Il tardo pomeriggio e la sera ricalcano quello che è stato l’andamento della giornata. Insomma LA CASETTA DELL’ACQUA, anzi, LA NOSTRA CASETTA DELL’ACQUA piace.

Fausto  Coggi

giovedì 12 gennaio 2012

Siamo rimasti al buio !!


L'inzio del 2012 ha subito portato una bella sorpresa agli abitanti della zona di Via Leonardo da Vinci .
Per alcuni giorni tutta l' illuminazione pubblica della zona è stata  completamente assente.
Il motivo? Semplice, ignoti hanno tranciato ed asportato un tratto della linea di pubblica illuminazione interrata posta lungo la via Leonardo da Vinci per uno sviluppo di circa 40 mt. Il cavo in rame asportato lungo la via Leonardo da Vinci si trovava nel tratto compreso tra l’incrocio della via medesima con via Battisti e si sviluppava per circa 40 Ml. a Ovest dell’incrocio medesimo. Ma non solo, cavi asportati  anche via delle Passere e un tratto di Via Pascoli. Per poco più di 300 metri  dei ladri hanno rischiato la vita  per raccimolare pochi euro ma riuscendo a creare un bel danno economico alla comunità.


Proiezione Film Vento di Primavera




Venerdi 27 Gennaio presso la Biblioteca Comunale alle ore 20,30 proiezione del film Vento di primavera.

Trailer


Trama:
1942. Estate. Dopo l'invasione da parte delle truppe della Germania hitleriana gli ebrei sono stati prima obbligati a portare la Stella di David sugli indumenti, e poi sono stati progressivamente esautorati dai loro impieghi e impediti ad accedere a scuole e luoghi pubblici. Ma ora Hitler ha deciso di procedere allo sterminio di massa e vuole che il governo collaborazionista insediato a Vichy gli procuri dalla sola Parigi almeno 20.000 dei 25.000 ebrei residenti. I suddetti verranno dapprima condotti in campi di raccolta in territorio francese e poi, una volta ultimati i lavori per i forni crematori nei lager, avviati a morire. Il maresciallo Pétain aderisce senza difficoltà alla richiesta e la notte del 16 luglio (i tedeschi avevano chiesto il 14 dimenticando la festa nazionale) la retata si svolge. Tredicimila uomini, donne e bambini ebrei vengono prelevati dalle loro abitazioni e portati nel Vélodromo d’Hiver, prima tappa del loro calvario.

Il punto di vista che il film assume è quello di alcuni bambini che vivono nel quartiere di Montmartre e, in particolare quello del decenne Joseph. Vogliamo concentrarci sull’invito a vedere il film superando l’atteggiamento che è stato purtroppo fatto proprio da alcuni di quelli a cui il produttore Ilan Goldman (forte del successo si La vie en rose) si è rivolto perché partecipassero all’impresa. “È storia antica”, “Non importa a nessuno”. Non è storia antica e la regista Rose Bosch è riuscita nell’intento di farcela percepire come purtroppo attuale. Intendiamoci: tutto è filologicamente coerente con l’epoca con cui si sono svolti i fatti. Fatti che il cinema francese non aveva mai affrontato con tanta precisa e documentata forza se non in un documentario televisivo e che ora riemergono come memoria del passato ma anche come monito sul presente. 
La Bosch lavora su una tripartizione narrativa. Da un lato Hitler nel suo buen retiro del Berghof, dall’altro Pétain, Laval e i loro accoliti e, nel mezzo, le famiglie ebraiche colte nella loro quotidianità all’interno della quale sono stati inoculati ad arte (anche grazie al media più diffuso all’epoca, la radio) i germi del più irrazionale ma efficace disprezzo per l’altro. Alimentandolo con la ripetizione delle menzogne in modo da assuefare le menti all’idea della ‘normalità’ dell’emarginazione. Il film non accusa ‘i francesi’ tout court e anzi sottolinea il fatto che se dei 25.000 ebrei 12.000 sono sfuggiti alla retata lo si deve a parigini che li hanno aiutati mettendo a repentaglio la propria esistenza. Ma resta comunque impressa nelle retine la gestione dell’intera operazione da parte di uomini che non indossano le divise delle SS o della Wehrmacht ma quelle delle forze dell’ordine e militari francesi. Allora per quegli sguardi infantili diventa ancor più difficile anche solo tentare di darsi una spiegazione di quanto accade. Così quando si assiste alle scene delle migliaia di esseri umani ammassati con pochissime cure e senz’acqua nel Velodromo non possono non tornare alla mente le immagini dello stadio di Santiago del Cile dopo il colpo di stato di Pinochet. 
Ma c’è un momento in cui si percepisce lo iato che si è insediato tra realtà e pregiudizio. Quando il dottor Sheinbaum (interpretato da un Jean Reno in cui solidità fisica e morale formano un tutt’uno) grida dinanzi all’ennesimo sopruso: “Non ne avete il diritto!” è la coscienza civile, è un’umanità vinta ma non piegata, è la Ragione che grida con lui. Ma in quello stesso istante lo spettatore ‘sente’ che si tratta di un appello irricevibile da chi sta dall’altra parte. Una parte per la quale la parola diritto ha perso qualsiasi valore, qualsiasi possibilità di confronto in cui essa torni a individuare un senso che sia davvero comune. 
Chiediamoci se questo svuotamento di significati fondamentali non abbia trovato anche nella nostra società contemporanea una sua consistenza. Chiediamocelo riflettendo sulla risposta che ci siamo dati e ringraziando questo film per avere suggerito la domanda.
(tratto dal sito mymovies)

San Mauro d' Oro

Si terrà presso la Sala del Sole sabato 14 Gennaio alle ore 20,45  delle scuole elementari l' assegnazione del San Mauro d' Oro benemerenza che come ogni anno premia realtà cittadine, associazioni, persone che si sono distinte nella nostra comunità.